L'altro ieri mi è capitato di vedere uno
spettacolo del poliedrico comico Gioele Dix, uno dei migliori che
abbiano mai avuto successo in Italia. Ha parlato per mezz'ora di una
cosa sola – facendomi peraltro scompisciare dalle risate – di un
insignificante particolare che troviamo sulle carrozze dei treni e
che d'ora in poi non riuscirò mai più a ignorare: la scritta di
avviso sui finestrini.
No, dico, si può fare uno spettacolo
di mezz'ora su quello, senza risultare noiosissimi? Si può.
Far ridere è un'arte, senza dubbio, e
lui la padroneggia molto bene; lui è geniale. Ma non è di questo
che vorrei 'dissertare' in queste righe.
Gioele Dix mi ha fatto riflettere sulle
prospettive, sui punti di vista. La realtà in cui ognuno è immerso
come un biscottino inzuppato nel latte caldo del mattino è densa,
stracolma di particolari, idee, pensieri, fatti, azioni, persone,
oggetti, sensazioni, desideri, ambizioni... ci sono insomma tutti i
rottami di cui abbiamo bisogno per costruire il Concorde (non potrò
mai togliermi dalla mente la frase di Jeff Bridges,
nemico di Ironman nonché suo ex socio in affari, che si riferiva
alla realizzazione della mitica armatura: "Tony Stark è stato
capace di costruirla in una grotta, con una scatola di rottami!").
Allora perché non lo costruiamo? La
verità è che filtriamo ciò che non ci interessa dal nostro punto
di vista. Così come non avevo mai notato l'assurdità intrinseca del
messaggio d'avviso sui finestrini del treno – mentre ora mi è
chiarissima grazie a questo strappo nel mio cielo di carta
(Pirandello) – allo stesso modo quante altre cose fikissime ignoro
volutamente?
Ma il punto è un altro, veramente.
Non è che non costruiamo l'armatura
perché non sappiamo che la ferraglia che abbiamo davanti potrebbe
realizzarla; in realtà non vediamo affatto l'armatura, non è un
nostro obbiettivo. Coelho
ha scritto molte cose – la cui stramaggioranza trovo di una
banalità tanto imbarazzante quanto ovvia – ma una mi è rimasta
impressa più delle altre: quando vuoi veramente qualcosa tutto
concorrerà affinché tu la ottenga. Parafrasando, in giro c'è tutto
quello che ci serve, basterebbe ammettere che ci serve.
E allora smettiamola di frignarci
addosso lamentandoci che la vita non ci ha dato abbastanza, che le
circostanze non ce lo consentono, che siamo stati sfortunati. Il
segreto irrivelabile è che ce lo siamo negati da soli. Siamo noi gli
stronzi per noi stessi.
Detto ciò, il 99,99 percento di noi
comunque non costruirà il Concorde che dice di desiderare - e io
probabilmente sono tra quelli. Assurdamente, non è la realizzazione
il problema, ma la focalizzazione. Rispondere sinceramente alla
semplice domanda "Cosa vuoi?" è la cosa più difficile del
mondo. Siamo molto più bravi a dire cosa non vogliamo, siamo dei
veri fenomeni nel rovinare i progetti altrui, imbattibili nel far
incazzare il prossimo fingendo di non averlo fatto apposta, scansare
le colpe e le responsabilità, veleggiare sull'onda incuranti della
direzione. Preferisco non scoperchiare questo vaso di Pandora.
Solo uno spunto di riflessione: nel
farci del male, cosa ce ne viene?
Giusto per rovinarvi il piacere di
guardare il pezzo di Gioele Dix sui finestrini, il messaggio in
italiano è: "E' pericoloso sporgersi"
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