martedì 1 gennaio 2013

Rottami

L'altro ieri mi è capitato di vedere uno spettacolo del poliedrico comico Gioele Dix, uno dei migliori che abbiano mai avuto successo in Italia. Ha parlato per mezz'ora di una cosa sola – facendomi peraltro scompisciare dalle risate – di un insignificante particolare che troviamo sulle carrozze dei treni e che d'ora in poi non riuscirò mai più a ignorare: la scritta di avviso sui finestrini.
No, dico, si può fare uno spettacolo di mezz'ora su quello, senza risultare noiosissimi? Si può.
Far ridere è un'arte, senza dubbio, e lui la padroneggia molto bene; lui è geniale. Ma non è di questo che vorrei 'dissertare' in queste righe.

Gioele Dix mi ha fatto riflettere sulle prospettive, sui punti di vista. La realtà in cui ognuno è immerso come un biscottino inzuppato nel latte caldo del mattino è densa, stracolma di particolari, idee, pensieri, fatti, azioni, persone, oggetti, sensazioni, desideri, ambizioni... ci sono insomma tutti i rottami di cui abbiamo bisogno per costruire il Concorde (non potrò mai togliermi dalla mente la frase di Jeff Bridges, nemico di Ironman nonché suo ex socio in affari, che si riferiva alla realizzazione della mitica armatura: "Tony Stark è stato capace di costruirla in una grotta, con una scatola di rottami!").
Allora perché non lo costruiamo? La verità è che filtriamo ciò che non ci interessa dal nostro punto di vista. Così come non avevo mai notato l'assurdità intrinseca del messaggio d'avviso sui finestrini del treno – mentre ora mi è chiarissima grazie a questo strappo nel mio cielo di carta (Pirandello) – allo stesso modo quante altre cose fikissime ignoro volutamente?

Ma il punto è un altro, veramente.
Non è che non costruiamo l'armatura perché non sappiamo che la ferraglia che abbiamo davanti potrebbe realizzarla; in realtà non vediamo affatto l'armatura, non è un nostro obbiettivo. Coelho ha scritto molte cose – la cui stramaggioranza trovo di una banalità tanto imbarazzante quanto ovvia – ma una mi è rimasta impressa più delle altre: quando vuoi veramente qualcosa tutto concorrerà affinché tu la ottenga. Parafrasando, in giro c'è tutto quello che ci serve, basterebbe ammettere che ci serve.

E allora smettiamola di frignarci addosso lamentandoci che la vita non ci ha dato abbastanza, che le circostanze non ce lo consentono, che siamo stati sfortunati. Il segreto irrivelabile è che ce lo siamo negati da soli. Siamo noi gli stronzi per noi stessi.

Detto ciò, il 99,99 percento di noi comunque non costruirà il Concorde che dice di desiderare - e io probabilmente sono tra quelli. Assurdamente, non è la realizzazione il problema, ma la focalizzazione. Rispondere sinceramente alla semplice domanda "Cosa vuoi?" è la cosa più difficile del mondo. Siamo molto più bravi a dire cosa non vogliamo, siamo dei veri fenomeni nel rovinare i progetti altrui, imbattibili nel far incazzare il prossimo fingendo di non averlo fatto apposta, scansare le colpe e le responsabilità, veleggiare sull'onda incuranti della direzione. Preferisco non scoperchiare questo vaso di Pandora.
Solo uno spunto di riflessione: nel farci del male, cosa ce ne viene?

Giusto per rovinarvi il piacere di guardare il pezzo di Gioele Dix sui finestrini, il messaggio in italiano è: "E' pericoloso sporgersi"

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