Sono sopravvissuta al Natale.
Non è una cosa scontata, l'accoppiata
cibo-parenti miete più vittime di quel che si pensi. Anche la
maratona dei regali è stata estenuante e poichè si vociferava che
il mondo stesse per finire, questo Dicembre non ho badato a spese.
Risultato: conto un po' più leggero e facce stranite durante il post
scartamento. Cosa c'è di strano nel regalare una tromba d'argento a
chi non conosce nemmeno le note? Sembra che alimentare i sogni sia
oramai un crimine imperdonabile.
Quello che non capisco è se l'atto
dissacrante sia quello di 'sprecare' denaro per una causa –
indiscutibilmente a loro avviso – persa o il fatto di legittimare
il sogno stesso. Perchè ci sono sogni e sogni, parliamone! La pace
nel mondo o debellare le malattie e la fame, sono sogni elevatissimi,
chi non li ha? Ci mancherebbe. Sono sogni di serie A++.
Sognare di vivere una vita felice,
fidanzarsi, sposarsi, avere una famiglia (non necessariamente in
questo ordine) è nobile e socialmente accettato. Sono sogni di serie
A+.
Desiderare di imparare a suonare quello
strumento che fin da piccoli ci affascinava e che per scarsità di
risorse e - senza forse - una buona dose di pratica superficialità i
nostri padri ci hanno impedito di sperimentare, è indubbiamente un
sogno di serie C (leggi: sciocchezza, follia, stupidaggine, colpo di
testa di tua figlia pazza che da sempre - si sa - ha qualche rotella
fuori posto).
Insomma, è senso della realtà o
sotterranea invidia?
Certo che la gente sogna! Ma per pudore
si tiene queste 'strampalate' idee per sé, sostituendole con altre
la cui facciata si uniforma meglio a quelle degli altri. Forse è per
questo che riceviamo sempre una successione di Fibonacci infinita di
alternate calze di lana, pigiamoni, guanti, portafogli in ecopelle,
nécessaire da viaggio, calendari Erbolario, cremine, deodoranti,
tovagliette, portachiavi.
Probabilmente ce li meritiamo.
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